venerdì 9 novembre 2012

Obama, altri quattro anni

Post da La Talpa Democratica.


Obama ha vinto. Senza le promesse e senza le speranze di quattro anni fa. Ma ha vinto, ed è una buona cosa. Con lui ha vinto l’America aperta, tollerante, dialogante con il mondo. Ha perso l’America che si pensa come una fortezza e che ama esibire i muscoli. L’esito delle elezioni è stato incerto fino all’ultimo. Su Obama ha gravato la “grande crisi”. Quando venne eletto la crisi era ai suoi inizi, ma in quattro anni essa non è stata debellata. Il Presidente ha convissuto con il disordine finanziario, con il primo declassamento del debito americano da parte delle agenzie di rating, con l’aggravarsi delle disuguaglianze e con una disoccupazione endemica. Obama ha cercato il compromesso con i responsabili della crisi: ha dato priorità al salvataggio delle istituzioni finanziarie e ha messo in posti chiave del suo governo uomini di fiducia di Wall Street. Ha avuto però un’accortezza: ha salvato anche pezzi del sistema produttivo americano e ha tenuto aperta la porta ad “un altro discorso”. Il secondo mandato, si è soliti dire, dà più libertà e più forza al Presidente: dovrebbe essere l’occasione per uscire dalla difensiva e per avviare e dare sostanza a quel disegno riformatore tante volte ventilato. Un grande Presidente democratico del secolo scorso, F. Delano Roosevelt, seppe fronteggiare la crisi del 1929 con un progetto e con scelte profondamente innovativi. Oggi il mondo intero chiede all’America di Obama qualcosa di simile: determinazione, coraggio, idee nuove. Si tratta, in primis, di domare Wall Street per mettere sotto controllo il potere illimitato della finanza, di rimettere in moto la crescita, di ridurre le disuguaglianze, di ridare senso e fiducia alla democrazia, di delineare nuove finalità e nuovi traguardi per l’America e per il mondo. Questi compiti sono stati tanti volte splendidamente evocati dalla retorica di Obama: ora servono la capacità e la forza per passare ai fatti.

Immagine tratta da www.barackobama.com

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